IWA Italy - International Web Association Italia


Alessio Cartocci , 24/02/2008 12:34

Alla fine è questione di Storia: Storia di una città, Storia di un palazzo nobiliare, Storia del Web, Storia al singolare e al plurale di ognuno di noi.

Immaginate di dover raccogliere appunti sparsi annotati durante alcune fredde giornate in cui studio, pensieri, valutazioni ed intuizioni si sono amalgamati in un silenzio giusto e in un'armonia rara. Difficile, senza dubbio.

Venezia annega nelle acque della sua straordinaria unicità il troppo chiacchiericcio attorno al futuro del web, alle sindromi da blogstar, alle patologie da twitteraggio compulsivo, al 2.0 all'amatriciana; tutte cose che da noi possono tener banco e riempire chilometri di post, ma che non lasciano traccia una volta oltrepassata la stazione di Iselle o -a scelta- altra tipologia di confine nazionale.

Infatti come sarà il "future of the Web" può giustamente suggerircelo proprio quel W3C che il Web lo ha tenuto per mano guidandolo fino ad oggi ed insegnandogli i molti linguaggi che è in grado di "parlare"; i face-to-face poi servono a guardarsi per davvero in faccia, dando modalità e tempi "umani" ad agende fatte quasi sempre di riunioni via Skype, di fusi orari differenti, di mailing list e commenti pubblici.

E di "umanità", in tutti i sensi, se ne è vista parecchia: il gruppo XHTML2, capitanato dai chairs Steven Pemberton e Roland Merrick sta verificando le effettive potenzialità di questo linguaggio applicate a concreti casi di utilizzo "user centered", tanto per cominciare a sgomberare definitivamente il campo da una supposta quanto insensata rivalità tra XHTML2 ed HTML5.

Questi giorni di riflessione fattiva ci hanno infatti permesso di delineare ancora meglio possibili scenari applicativi in cui si dovranno muovere due linguaggi che hanno intenti differenti: HTML5 orientato verso realizzazioni client-side e una sin troppo evidente non-rottura col passato, XHTML2 rivolto a una cultura fatta di applicazioni flessibili, semantiche, accessibili (è bene non tralasciare questo fondamentale argomento) e modulari; aperte ma non fino al punto di ammettere nostalgie verso un passato ancora troppo inzuppato nel "tag soup".

Così sia Roland che Rich Schwerdtfeger, provenienti dalla galassia IBM, hanno insistito sul concetto attualissimo (e tipicamente Web 2) di "mash-up" e sull'accoppiata XHTML2/ARIA a supporto di una nuova, potentissima esperienza di customizzazione da parte dell'utente. Personalmente mi trovo molto d'accordo con una sperimentazione orientata in questo senso, in modo da verificare sul campo -dentro un mercato che si muove sempre più in bilico sulle "eternal beta"- l'impatto di questo linguaggio troppo spesso ingiustificatamente accusato di "astrattismo" e inapplicabilità: mi pare proprio un discorso alquanto pretestuoso vista l'assenza di un supporto esplicito da parte dei browser attuali.
Non è un caso che questo face-to-face sia stato anche un'occasione di proficuo confronto sui temi caldi dell'interoperabilità tra i diversi linguaggi con Al Gilman (chair) del PFWG e con gli altri membri del loro gruppo di lavoro.

Se penso alla speciale pragmaticità di Steven, fatta delle intuizioni geniali che ben conosciamo, e se aggiungiamo gli straordinari contributi di Roland, Rich, Toshihiko Yamakami e gli altri collegati via Skype ed IRC (Gregory Rosmaita, Shane McCarron, Mark Birbeck, Tina Holmboe, tanto per citare solo alcune delle preziose "teste" del WG oltre al nostro Luca) mi riesce molto difficile non pensare ad un futuro che ci è già venuto a trovare a Venezia, con una grande lezione di stile -o, se preferite, style- ed umanità.

Thank you all... I'm constantly learning how to "make the web" correctly, and "Web 2" really needs the "2" of XHTML!

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