, 05/06/2008 00:45
"Al centro dell'innovazione", slogan che va subito al sodo. Il treno regionale che porta alla Fiera di Roma tocca prenderlo alla stazione Ostiense, dopo un viaggio nella storia della metropolitana romana anni 50: la linea B. Non è previsto collegamento diretto da Termini, ma anche il suggerimento predefinito che il sito di Forum PA propone a chi arriva nella stazione centrale (metro B fino alla fermata Piramide) non tiene conto della possibilità di prendere il regionale arrivando in metro alla fermata della stazione FS di Roma Tiburtina evitando così una lunga camminata verso alcune architetture dello spreco risalenti ai Mondiali 1990 (il Terminal Ostiense).
Dai allora che si scende, naturalmente al centro dell'innovazione: un marciapiede che non possiamo definire stazione, in mezzo a quella che una volta era placida campagna romana. Ad attenderci un pullman che ci porta all'ingresso della Fiera, un'architettura che sembra sistemata alla bell'e meglio con gli avanzi di Rho-Pero e per giunta deve zigzagare attorno a una vecchia casa colonica e a un nugolo di villette da edilizia "spontanea" che certamente non aveva previsto la presenza dell'imponente e anodizzato vicino.
Dopo aver incontrato alcuni delay organizzativi (va comunque detto che si era già in fase di chiusura) e constatato la sostanziale assenza di novità attraverso gli stand, finalmente giungiamo dagli amici della Regione Emilia-Romagna che gentilmente ci ospitano per il nostro seminario; giusto il tempo di salutare e scambiare vedute con Jacopo Deyla e Luca Basso che veniamo subito proiettati nel clima "2.0"; e già, perché quella è la parola, anzi la cifra d'ordine di Forum PA 2008.
Dunque che 2.0 sia, e infatti anche noi proviamo a dire la nostra sull'argomento, anche perché mentre la PA scopre in pompa magna questa "versione" del Web nel frattempo saremmo già giunti (se proprio vogliamo attenerci al versioning) al 3.0 semantico, e senza nemmeno decimali intermedi e service pack vari.
La versione intermedia la fornisce Roberto, che giustamente individua passaggi sequenziali che hanno portato dapprima a una rapida evoluzione delle tecnologie Web (1.5) e quindi a quella della mentalità di un utente attivo (2.0) e sempre più al centro dell'attenzione, proiettato in nuovi territori sociali da esplorare e in scenari di interazione da decidere e disegnare; e questo utente è ormai abituato a un'esperienza sempre più simile a quella vissuta nel proprio "mondo" desktop, stavolta condivisibile nella Rete.
Le pagine web quindi si adeguano alla presenza di RIA, widget & C. nell'ottica di un mashup sempre più necessario agli scenari x.0; ciò non può non richiedere un adeguamento normativo (le WCAG sono pronte, ora tocca al req. 15 della 4/2004) per l'esigenza di rendere accessibili applicativi che fanno -ad esempio- largo uso di AJAX, e questo è proprio l'argomento cardine dell'ultima fatica di Roberto.
Ma alcuni pezzi di "futuro" sono testabili sin da ora, grazie al WAI-ARIA e alla possibilità di tracciare effettivamente cambi di stato e di content senza quindi perdita di funzionalità da parte di chi usa tecnologie assistive; Diego ha illustrato questo "futuro" con esempi pratici applicati al suo -peraltro già efficiente- framework JAST, usando FireVox ed aiutando quindi la platea a comprendere come un semplice attributo (come ad esempio "aria-live") possa cambiare davvero le prospettive.
Anche io mi sono avvalso della collaborazione di FireVox e di alcune slide per una semplice avvertenza: occhio al rischio di un "mashup soup" che vada a replicare i disastri dello stranoto e ultradeprecato "tag soup".
Sull'argomento tornerò prossimamente in maniera più approfondita; per ora vorrei limitarmi a sottolineare l'importanza della pratica dello "smonta e rimonta": customizzare e ottimizzare un widget (per esempio targato Google) ai fini della sua aderenza piena agli standard e ai requisiti di accessibilità richiede sicuramente un tempo e precisione ma non è certo impossibile, anzi.
E' comunque pur vero che esistono le difficoltà del presente, e l'auspicio di un prossimo interfacciamento di MSAA con gli elementi ARIA è stato uno dei punti di incontro durante un paio di discussioni post-seminario assai proficue sia con Leo Maria Cerreta, che integra il suo uso quotidiano di Jaws da utente alla competenza dello sviluppatore, sia con Marco Sagliocco di Crisma, da tempo avvezzo ai problemi di conformità di CMS e affini.
E le PA? Mentre noi eravamo intenti a parlare stavano pigliando schiaffi da Brunetta in un'altra zona della Fiera, aspettando un tempo in cui l'innovazione tanto agognata non si fermi ad un copia e incolla da Flickr o Twitter.
Ma ora via che si riparte, ci aspetta il marciapiede 2.0 della non-stazione.