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Livio Mondini , 31/01/2013 08:00
È appena uscita la nuova circolare del MIUR che ha come oggetto l'adozione dei libri di testo per l'anno scolastico 2013/2014 e già si sono scatenate le polemiche. Il fatto che i libri digitali stiano trovando il loro posto, anno più anno meno, credo sia ormai un processo irreversibile, nonostante le granitiche resistenze del mondo dell'editoria. La cosa però che colpisce di più, considerato il contesto e l'argomento, è notare come ancora oggi venga in modo ostinato negata l'esistenza del Decreto Ministeriale 30 aprile 2008, intitolato "Regole tecniche disciplinanti l'accessibilità agli strumenti didattici e formativi a favore degli alunni disabili" i cui allegati indicano con precisione le "Linee guida editoriali per i libri di testo e forniscono le "Linee guida per l'accessibilità e la fruibilità del software didattico da parte degli alunni disabili". La circolare afferma che "Il passaggio ai libri di testo nella nuova versione digitale, da realizzare gradualmente a decorrere dalla adozioni per l’anno scolastico 2014/2015, richiede in ogni caso l’adozione di un apposito decreto ministeriale che ne definisca le caratteristiche tecniche." Quale ulteriore decreto? Per stabilire quali caratteristiche? Quando si smetterà di considerare "libro accessibile" quella che invece è editoria speciale, come i libri Braille e ingranditi? I libri di testo elettronici devono essere accessibili a tutti, indipendentemente dalle periferiche utilizzate e dalla condizione fisica, punto. Un solo libro, lo stesso, per tutti. Lo stabilisce una Legge, denominata Legge Stanca, fin dal 2004, e il Decreto citato spiega come fare. Che ci vuole di più? Probabilmente manca la volontà a monte di sviluppare un libro adatto a tutti, evitando così gli oneri di "trasformazione in accessibile" dei testi speciali. Rattrista inoltre il seguente contenuto della circolare, dove tra l'altro ci si scorda completamente degli alunni dislessici riservando (c0me purtroppo di consueto) un'attenzione speciale soltanto a non vedenti e ipovedenti:
I dirigenti scolastici avranno cura di richiedere, fin da ora, ai centri di produzione specializzati che normalmente curano la trascrizione e la stampa in braille, i testi scolastici necessari, al fine di consentirne, agli alunni non vedenti o ipovedenti frequentanti la propria scuola, la disponibilità per l’inizio delle lezioni.
Spiace inoltre che durante la discussione del cosiddetto "decreto crescita 2.0", a cui come associazione abbiamo contribuito sia sotto l'aspetto dello sviluppo del decreto (con Roberto Scano in cabina di regia dell'agenda digitale italiana) sia con mirati emendamenti migliorativi, sia stato clamorosamente bocciata la proposta di far depositare i testi digitali (accessibili ai sensi del già citato DM del 2008) assieme a quelli cartacei. Con tale proposta si sarebbe risolto a costo zero per la collettività il problema dell'accessibilità dei libri di testo, riportando altresì agli obblighi di legge gli editori che preferiscono delegare a centri di produzione specializzati l'onere che dovrebbe essere a loro carico. Livio Mondini - Roberto Scano

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